MALAVET
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Scrive Roberto Marchi:
Se avessi saputo cos'era la malasanità veterinaria, Lea non avrebbe sofferto per una malattia indimostrata. Spesso chi ha subito un episodio di malasanità veterinaria cerca di dimenticarlo per la sofferenza che ha provato. Certo lo capisco, anche per me è stato molto duro continuare a ricordare quello che è successo a Lea e rivivere suo dramma, però l'ho fatto affinché la sua sofferenza non sia passata inutilmente, anche se questo mi è costato tantissimo.
Diverse persone hanno scritto che non immaginavano che potessero succedere cose del genere e che sarebbero state molte più attente in futuro nei rapporti con i veterinari ed altre hanno trovato la forza di non lasciar perdere quanto accaduto a loro. Vorrei aiutare gli altri a non cadere nella stessa trappola tesa dall'incompetenza e dalla furbizia di quei veterinari (non molti per fortuna) che trattano i nostri familiari a quattro zampe come oggetti di peluche per far soldi perché sanno che la mancanza di una normativa adeguata permette spesso di farla franca.
UNA CIAMBELLA DI SALVATAGGIO NEL MARE TEMPESTOSO DELLA MALASANITA' VETERINARIA
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UN GRUPPO PER RICORDARE E CONTRASTARE
Il problema malasanità veterinaria viene sollevato raramente dalle associazioni animaliste (cercate "malasanità veterinaria" online e vedrete).
Le associazioni che gestiscono direttamente animali non possono comprensibilmente inimicarsi la categoria: il medico veterinario è indispensabile e non si può certo pretendere che aiuti un'associazione la cui attività consiste anche nel promuovere la parificazione degli obblighi di tracciabilità del suo operato a quello per noi umani. Le "parcelle punitive" le metterebbero knock-out.
Il principale alleato della malasanità veterinaria è quindi il silenzio. In tutta la vicenda Lea l'ordine di competenza del dott "Omissis" non è mai intervenuto per contestare una virgola di quanto veniva scritto. Ovvio, così tutto va nel dimenticatoio.
E quindi? Quindi visitate e iscrivetevi al gruppo Facebook "Cronache di malasanità veterinaria", un gruppo nato per non dimenticare, allertare e contrastare la malasanità veterinaria!
FUGA COL BOTTO
Ci sono le dimissioni provocate da un avvenimento positivo (offerta di uno stipendio migliore o di un posto più vicino a casa eccetera), o da uno negativo (un capo o colleghi insopportabili, una paga da fame eccetera).
Vi sono poi le dimissioni "discrete", in modo cioè che siano notate il meno possibile e quelle date "sbattendo la porta", in modo che se ne accorgano tutti.
E nel mondo veterinario ce ne sono state proprio di questo tipo.
Vi starete chiedendo: e che ce ne importa? Parecchio ce ne importa, perché fanno emergere una questione molto preoccupante: la qualità delle competenze specialistiche in veterinaria. (prosegui cliccando qui)
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Scrivi a questi indirizzi:
malasanitaveterinaria@gmail.com; maipiucomelea@gmail.com; notiziario@animalitalia.it
GIORGINO, LA FIDUCIA TRADITA
La storia di Monica Fresta è particolarmente indicativa di quello che succede quando un veterinario (in questo caso una dottoressa) non ammette come stanno le cose fino all'epilogo.
Leggiamo quindi il suo racconto su Giorgino.
LA STORIA DI ZOE
Ogni storia di malasanità veterinaria insegna qualcosa che aiuta chi la legge a prevenire casi analoghi.
La storia di Zoe ce la racconta Maurizio. Diamogli la parola.
NUVOLA, LA TRUFFA E' SERVITA
Tutto questo è avvenuto in Campania, ma - come dimostrano altre storie - potrebbe avvenire ovunque. Il racconto è di Maria Flora.