LA STORIA DI GIOELE
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LA STORIA DI GIOELE
Ecco la triste storia di Gioele, ce la racconta Angela.
Gioele era nato il 04 giugno 2021. Era un gatto dolcissimo, non miagolava mai; essendo un persiano andavano puliti gli occhi tutti giorni e pettinato, si faceva fare di tutto e quando lo pettinavo mi leccava le mani e si addormentava, al contrario del fratello che dopo 5 minuti devo lasciarlo andare, altrimenti mi morde.
Dopo che avevo rifatto il letto aveva l'abitudine di mettersi a dormire sul lato del letto dove dormo, vicino al cuscino.
Lo chiamavo gatto da pavimento, perché non si arrampicava mai in nessun posto, al massimo su divani e poltrone. Amava stare fuori sul balcone in una scatola a guardarsi intorno.
Andava pazzo per le crocchette, per questo lo chiamavo croccainomane. Non appena prendevo la busta delle crocchette, me lo ritrovavo ai miei piedi pronto a divorarle; per fargli mangiare l'umido ero costretta a farle sparire.
una brutta giornata
Il 16 dicembre 2023 in mattinata nelle urine di Gioele era presente del sangue. Questo mi ha molto preoccupato e quindi ho portato Gioele alla Clinica Veterinaria Quisiambravi; lì gli hanno fatto un’ecografia e gli hanno riscontrato una ostruzione uretrale.
Nel primo pomeriggio dello stesso giorno mi hanno chiamata dicendomi che gli avevano applicato un catetere per svuotare la vescica e che dalle analisi fatte risultava avere un problema dovuto alla struvite, ma senza infezioni (la struvite è una sostanza minerale che può cristallizzarsi in calcoli e creare problemi infiammatori alle vie urinarie), come documentato da un antibiogramma interno il 18, eseguito con lo Speed Biogram.
Gioele deve tenere il catetere per due giorni, poi si prova a toglierlo; il giorno dopo però una nuova ostruzione comporta la necessità di rimetterglielo.
Vado naturalmente tutti i giorni a trovare Gioele che, pur sofferente e apatico, reagisce al mio arrivo riconoscendomi.
Dopo altri due giorni viene nuovamente rimosso, ma Gioele non riesce ancora ad urinare spontaneamente; è necessaria una cistocentesi per svuotare la vescica (prelievo tramite siringa dall'addome).
Il giorno dopo (siamo al 22 dicembre) il dott. Curobene mi chiama per propormi una soluzione per risolvere il problema di mancata minzione e cercare di far uscire Gioele da questa situazione.
Mi consiglia di portare a casa Gioele, in quanto stressato dai giorni trascorsi in clinica, sperando che nel suo ambiente possa riprendere ad urinare spontaneamente.
Se questo non fosse avvenuto si poteva procedere all’uretrostomia, cioè un'operazione per ottenere un'uretra più corta, ma più larga e lineare.
il ritorno a casa
Il giorno stesso mi reco in clinica come da accordi alle 19.30. Aspetto in sala d’attesa dalle 19.30 alle 21, ora in cui mi fanno accedere nell’ambulatorio.
La clinica alle 19.30 è vuota e in degenza c’è solo un cane con problemi renali.
In ambulatorio trovo Gioele molto provato, debole e intontito e vedendolo in questo stato chiedo chiarimenti alla dottoressa Ticuroìo, la quale dichiara in un primo momento che lo stato in cui si trovava è causato dai medicinali che ha preso; alla mia domanda se il gatto fosse stato sedato (vedevo Gioele molto debole), ammette "un pochino".
La dottoressa Ticuroìo mi dà un foglio con le terapie da fare a casa; restiamo d'accordo che se Gioele durante la notte non avesse spontaneamente urinato, alle 8.30 del giorno dopo avrei dovuto portarlo in clinica per svuotargli la vescica tramite una nuova cistocentesi (lei ne aveva fatta una prima di darmelo).
Chiedo alla dottoressa Ticuroìo se, nel caso Gioele non avesse urinato durante la notte, poteva resistere fino alle 8.30 con la vescica piena e se questo poteva creare problemi; la dottoressa mi risponde che poteva rimanere con la vescica piena per 12 ore. Metto Gioele steso, in un passeggino per animali, con una coperta sopra; copro il passeggino con la copertura di plastica per la pioggia per tenerlo al caldo.
Durante le ore che Gioele ha trascorso a casa non lo perdo di vista, perché nel camminare non è stabile, traballa, ma comunque riesce a fare i suoi bisogni nella lettiera, sia solidi sia liquidi. Sembra quindi che la crisi urinaria sia passata e non ci sia bisogno dell'operazione.
la situazione peggiora
In tarda serata Gioele verso mezzanotte vomita il cibo che aveva mangiato in clinica (a casa ha solo bevuto), e nel vomito è presente una sostanza bianca e celeste; avendomi scritto di chiamare in caso di problemi (compreso il vomito), chiamo la clinica per chiedere informazioni sul da farsi; mi viene risposto di non allarmarmi, che poteva capitare e che non è necessario che lo riporti in clinica.
Chiedo spiegazioni sul materiale bianco e celeste che ho trovato nel vomito ma non mi sanno dire cosa fosse e che probabilmente l’aveva ingerito a casa; però a casa, non avendolo perso mai di vista non ha ingerito nulla.
Forse il materiale, che ho conservato, trovato nel vomito poteva essere la traversina presente nella gabbia dove Gioele era ricoverato, che era bianca e azzurra.
ritorno in clinica, ma nelle mani di un'incompetente
Con il passare del tempo Gioele diventa sempre più debole al punto da non reggersi più sulle zampe; provo più volte a metterlo sulle zampe ma non si regge. A questo punto mi preoccupo seriamente; inizialmente ritenevo infatti che il traballare di Gioele e la sua debolezza fossero dovute al sedativo che gli avevano dato; una volta terminato l’effetto del sedativo, mi aspettavo che Gioele non traballasse più, ma con il passare del tempo la sua situazione peggiora invece di migliorare.
Chiamo la clinica, metto Gioele nel passeggino e alle 4 di mattina sono ritorno alla clinica.
Una nuova dottoressa di turno subito guarda gli occhi di Gioele e mi dice che non sta affatto bene.
Lo rimette nella gabbia e attacca una flebo alla zampa.
Ho l’impressione che questa dottoressa nella clinica non sappia effettivamente come curare Gioele e non mi sappia dire cos'abbia. Io rimango con Gioele e la dottoressa nella clinica.
A Gioele viene fatta un’ecografia e la dottoressa mi dice che la vescica è di nuovo piena e che bisogna svuotarla.
il finale tragico
Gli infila una prima volta l’ago di una siringa nella vescica; a quanto pare è troppo grande; lo sfila e inserisce un secondo ago nella vescica; mi dice che questo era più piccolo; tutte e due le volte ho visto Gioele contrarsi e miagolare dal dolore; Gioele non ha mai miagolato in vita sua e l’ho sentito miagolare solo queste due volte (fra l'altro altri veterinari mi hanno detto che la cistocentesi non si usa di norma per svuotare la vescica, ma per prelevare le urine per le analisi).
Potete immaginare cosa stesse passando lui e di riflesso io.
Mi sembra chiaro a questo punto che la dottoressa non è in grado di curare il gatto; chiedo più volte di chiamare il dott. Curobene; solo dopo molte insistenze e minacciando una denuncia, si decide a chiamarlo.
Purtroppo non sento le telefonate perché la dottoressa va in un’altra stanza.
Dalla stanza di degenza Gioele viene portato nella stanza che loro chiamano di pronto soccorso, che è la stanza in cui mi è stato dato la sera prima, viene intubato e con un macchinario che controlla il battito cardiaco; arriva anche il dott. Curobene, ma ormai non c’è più nulla da fare. Gioele è morto.
Chiedo al dott. Curobene le cause della morte di Gioele; mi risponde che non sa di cosa sia morto.
Lascio il corpo di Gioele in loro custodia fino all’otto gennaio, giorno in cui porto il corpo alla facoltà di Veterinaria dell’università presso la quale chiedo di effettuare l’autopsia.
Il 16 gennaio viene eseguita l’autopsia sul corpo di Gioele e la diagnosi è la seguente: Grave emorragia polmonare e probabile trauma al livello cervicale - si rileva la presenza di ematomi sottocutanei ed emorragie dei muscoli a livello cervicale (C2-C3) compatibili con un trauma distorsivo del tratto interessato dalla lesione.
una morte inaccettabile
Ho ricoverato Gioele perché nelle urine era presente del sangue, hanno curato Gioele per problemi dovuti alla struvite, ma Gioele è morto per emorragia polmonare e probabile trauma a livello cervicale!
Cause che hanno ben poco a che fare con la struvite da loro diagnosticata.
Gioele è stato affidato a loro e alle loro cure ed è deceduto non per le malattie diagnosticate, ma per un trauma che ha subito quando era in loro custodia.
Gioele non è stato tutelato, non è stata tutelata la sua salute e il suo benessere.
Lo stato di Gioele il 22 sera, quando me l'hanno restituito, era lo stato di un gatto non certo in salute: era provato, debilitato e mi chiedo se la soluzione da loro proposta di portare Gioele a casa sia stata la soluzione appropriata per lo stato di salute in cui si trovava.
Non mi è ancora chiaro se Gioele sia stato effettivamente sedato oppure no, perché, come detto sopra, in un primo momento la dottoressa Ticuroìo ha negato la sedazione ed ha attribuito lo stato debilitato del gatto alle medicine prese per poi ammettere una leggera sedazione.
Sul loro referto peraltro non si parla di sedazione.
Inoltre hanno poi riscontrato, con queste precise parole, “una grave infezione”; già, solo che purtroppo è stata diagnosticata a morte avvenuta di Gioele; infatti solo il 22 hanno inviato a un laboratorio specializzato sangue e urine per un antibiogramma, che è stato elaborato dal laboratorio il giorno 27/12/2023 rilevando lo Staphylococcus pseudointermedius.
Gioele quando è stato ricoverato non aveva nessuna patologia grave; è morto a causa di un trauma che non so come possa essersi provocato ma certamente quando era in clinica.
Non è stato facile rivivere tutto ma è stato anche liberatorio spero possa aiutare altra gente a non fermarsi davanti ad una risposta che non convince ma andare a fondo perché loro sono esseri indifesi e solo noi possiamo aiutarli.
un codice rispettato?
Fin qui il racconto di Angela. Il codice professionale dei medici veterinari (Codice Deontologico) riporta fra l'altro quanto segue:
- Art. 1 Medico Veterinario - dedica la sua opera alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura delle malattie degli animali e alla tutela del loro benessere.
- Art. 15 - Dovere di tutela - Il Medico Veterinario è tenuto, nell’esercizio della professione, alla tutela della salute e del benessere animale
- Art. 22 - Natura del rapporto - L’attività professionale esercitata dal Medico Veterinario è di natura intellettuale. Pertanto tale attività è una prestazione di mezzi e non di risultati.Il Medico Veterinario deve esercitare la professione attenendosi a criteri di qualità e secondo le buone pratiche veterinarie.
- Art. 24 - Rapporto di fiducia – Il rapporto con il cliente è fondato sulla fiducia e sull’assunzione della responsabilità professionale.
- Art. 28 - Inadempienza professionale - Nel caso di assunzione di responsabilità contrattuale la mancata, ritardata o negligente assistenza professionale costituisce violazione dei doveri professionali, qualora non giustificabile o qualora causi rilevante trascuratezza del dovere di tutela della salute e del benessere degli animali.
Secondo voi è stato rispettato? A noi non sembra proprio, ma non spetta a noi valutarlo, ma all'Ordine di riferimento.
Angela ha chiesto subito la documentazione clinica, ma per ottenerla ha dovuto insistere molto (cosa purtroppo "standard" in caso di problemi). Alla fine comunque l'ha ottenuta ed ha potuto presentare un esposto all'Ordine dei Veterinari provinciale di competenza, che deve valutare il rispetto di questo Codice.
l'Ordine archivia (ma che sorpresa)
L'esposto viene archiviato e Angela chiede via PEC copia della documentazione. L'Ordine provinciale non vuole dargliela; il Presidente dichiara che non è suo diritto averla in quanto il regolamento di gestione degli Ordini Medici Veterinari, riguardo agli adempimenti in corso di provvedimento disciplinare, prevede esclusivamente la comunicazione della decisione al/la esponente, non certo i verbali delle diverse fasi dibattimentali.
Le comunica comunque (per graziosa concessione, visto che specifica che non sarebbe tenuto a farlo) che:
1) il referto autoptico che lei ha più volte erroneamente invocato quale documento comprovante la sua tesi (nel referto ha voluto interpretare qualcosa che nella realtà non c'è scritto), ipotizza una possibile causa di morte che non è stata accertata da altre opportune indagini;
2) quand'anche fosse stato accertato il trauma come causa del decesso del suo gatto, allo stato attuale nessuno può dimostrare quando e in che circostanza sarebbe avvenuto detto trauma;
3) non è stato previsto o concesso che all'autopsia potesse assistere, come era nel suo pieno diritto, il collega nei confronti del quale lei ha presentato l'esposto oppure un perito da lui indicato; pertanto, nessun organismo giudicante, a nessun livello, può tenere conto di quanto contenuto nel referto.
la solita figuraccia
Purtroppo alcuni Ordini fanno finta di non sapere (o non lo sanno proprio, il che è peggio) che invece sono obbligati a consegnare questa documentazione: sono soggetti alla normativa sulla trasparenza della Pubblica Amministrazione perché sono infatti degli enti pubblici a tutti gli effetti.
Così Angela deve scrivere alla FNOVI (Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani), affinché ricordi al suo associato che la documentazione va rilasciata.
E così, dopo la tirata d'orecchie "nazionale", l'Ordine, con la coda fra le gambe, rilascia i documenti.
Angela scopre così che la clinica dichiara testualmente di aver "mandato a casa un gatto che mangiava autonomamente, con parametri nella norma (quindi temperatura, respiro, frequenza cardiaca, polso e mucose normali), con un’urina contenente pochissimo sedimento rispetto alla situazione iniziale, quindi un gatto che aveva buone possibilità di riprendere ad urinare autonomamente ed in buone condizioni di salute".
Ohibò, tanto buone che nel giro di poche ore… Gioele muore! Fra l'altro aveva anche una bella infezione batterica in corso, come successivamente riscontrato dagli esami, di cui non si erano minimamente accorti.
Inoltre per la clinica il referto necroscopico non spiega le cause della morte, perché sarebbero stati necessari ulteriori approfondimenti.
Già, ma sorvola su come può essersi originata la rottura delle vertebre: le possibilità alternative sono tre:
a) Gioele è arrivato in clinica già con quel trauma e nessuno dei sanitari se ne è accorto. Bravi!
b) Il trauma e la relativa emorragia sono avvenuti in clinica per disattenzione o imperizia. Complimenti!
c) Dopo la riconsegna, Angela ha fatto prendere una brutta botta al collo di Gioele rompendogli le vertebre, ma lo ha perfidamente nascosto per incolpare la clinica. Vergogna!
Lasciamo a voi scegliere quale tra queste tre ipotesi sia la più probabile.
Ciliegina sulla torta, la memoria difensiva della clinica si conclude liricamente:
Una sincera carezza al ricordo di Gioele, un bravo gatto, un caldo abbraccio alla Signora Angela che spero presto possa trovare la Pace.
Ma che animi sensibili, non trovate?
Emerge quindi che il Presidente dell'Ordine propone l'archiviazione non essendo emersi comportamenti professionali o deontologici censurabili da parte dell'équipe nella clinica (senza minimamente porsi la questione dell'origine del trauma) e il Consiglio approva all'unanimità.
tutto inutile? Eh no!
Dobbiamo forse desumere che è inutile presentare esposti all'ordine di competenza? No, tutt'altro, è proprio il contrario! È di estremo interesse ed utilissimo ottenere quello che viene verbalizzato, per poter poi intraprendere meglio un giudizio civile ed è proprio quello che sta facendo Angela. Inoltre nelle memorie presentate dai veterinari all'Ordine si potrebbero magari rilevare estremi anche per una denuncia di diffamazione.
Ma non solo, è di grande interesse raffrontare quanto scrivono gli Ordini con quanto scrivono i periti ai quali è bene rivolgersi per esaminare la documentazione.
Ed è proprio quello che fa Angela, che consulta un perito veterinario.
il parere dell'esperto:
1 - consenso inesistente
Vediamo un estratto del parere del perito veterinario:
Nella settimana di ricovero il gatto Gioele è stato sottoposto a due anestesie generali per poter applicare un catetere: la prima il giorno 16/12/23, la seconda il giorno 19/12/24 per una recidiva dell’ostruzione uretrale. Di ambedue le circostanze dovrebbero esserci i “consensi” a firma della proprietaria.
Già, il consenso informato, questo sconosciuto... ad Angela han detto solo che avrebbero messo il catetere, senza specificare null'altro.
Dal punto di vista clinico veterinario è da evidenziare che mi appare banalmente futile la ragione della dimissione …”si è deciso di rimandare a casa GIOELE, nella speranza che l'ambiente domestico riducendo la condizione di stress possa favorire la ripresa della minzione spontanea”. Oltre a ciò mi pare che si possa affermare che i sintomi del gatto Gioele non potevano essere incoraggianti, in quella circostanza, visto che non reggeva la stazione e che era ad otto ore dal decesso. Nello specifico l’errore diagnostico è evidente ma soprattutto quello prognostico appare pacchiano.
Però, mica male eh?
2 - e per le vertebre rotte?
Per quanto riguarda la rottura delle vertebre, il perito ritiene che sia molto ridotta la probabilità che essa sia avvenuta fuori della clinica, nelle poche ore trascorse da Gioele a casa di Angela.
Molto più probabile che sia avvenuta in clinica ed evidenzia che:
(...) le ipotesi sulle cause di un trauma di tipo distorsivo a livello cervicale possono essere solo tre:
Caduta accidentale dal tavolo operatorio o nel trasporto alla gabbia di ricovero mentre il gatto era ancora addormentato od incosciente
Scorretto e violento contenimento per le manipolazioni di cistocentesi od altra manualità terapeutica
Percosse subite dal gatto per la ribellione al maneggiamento nel corso di esecuzione di cistocentesi o altro.
Una meglio dell'altra, vero?
E leggiamo ancora:
In definitiva, anche solo il buon senso di un laico della professione veterinaria capisce che un gatto non può “rompersi l’osso del collo” da solo e che la causa dell’evento è, in questo caso, da attribuire unicamente a chi aveva in gestione l’animale, unitamente alla responsabilità della sua morte.
Forse per questo l'Ordine ha sorvolato sulla questione...
3 - sulle cistocentesi poi...
E infine lo svuotamento della vescica a suon di "punzecchiature".
Anche le cistocentesi reiterate costituiscono manualità terapeutiche invasive, soprattutto quando vengono eseguite da persona inesperta come nel caso del rientro in Clinica di Gioele nella notte fra il 22 ed il 23 cosi come descritto dalla Sig.ra Angela, testimone di un duplice tentativo di cistocentesi traumatizzante e dolorosa.
La punzione transaddominale della vescica costituisce sempre un duplice rischio; quello di contaminazione per gli organi del cavo addominale e quello di emorragia interna.
Avevano quindi ben ragione i veterinari che dissero ad Angela che non si pratica per svuotare la vescica, ma solo se non ci sono altri modi per prelevare l'urina...
qualcosa è cambiato
Sono passati 15 anni dall' "assoluzione" del celebre dottor Omissis da parte dell'Ordine di Brescia per quel che aveva combinato a Lea, in cui si leggeva che Roberto Marchi non aveva sottoscritto un vero consenso informato, ma lo avevano comunque informato altri veterinari e che Lea non era stata operata seguendo le buone pratiche veterinarie, ma comunque ... alla fine andava bene lo stesso.
Leggendo la storia di Gioele sembrerebbe essere cambiato poco.
Invece qualcosa è cambiato: nel 2013 il Presidente dell'Ordine di Brescia (e già allora anche Presidente nazionale della FNOVI) dott. Gaetano Penocchio, rifiutò di consegnare un documento sull'archiviazione dell'esposto a Roberto Marchi; questo perché - secondo lui - chi presenta l'esposto non è parte del procedimento. Inoltre affermò che l'Ordine non era tenuto a motivare le proprie decisioni. Insomma quel che hanno detto ad Angela.
Questa volta però lo stesso Presidente della FNOVI ha invece affermato che i documenti dell'archiviazione andavano dati ad Angela. In effetti un "aiutino" a questo cambio è stato dato dal Consiglio di Stato, che proprio nel 2013 impose ad un Ordine degli avvocati di rilasciare i documenti in un caso analogo rispettando la legge sull'accesso agli atti risalente al lontano 1994; dato che tutti gli Ordini hanno la stessa radice, anche quelli veterinari si sono dovuti adeguare (anche se - come avete letto - a volte ci vuole una ... "spintarella").
quindi...
Ecco, adesso riflettiamo un po' sul verdetto dell'Ordine: archivia (cioè di fatto cestina) l'esposto di Angela perché nel comportamento dello staff della clinica Quiticuro non rileva nulla di contrastante con il loro codice professionale (deontologico).
Tutto quello di negativo che ha visto il perito, sicuramente l'hanno visto anche all'Ordine (altrimenti sarebbero veramente degli incapaci), ma per loro questo è perfettamente normale.
E' veramente importante raccogliere questa documentazione. In passato per contestare i progetti di legge sulla tracciabilità dell'operato dei veterinari, si sosteneva tra l'altro che la tutela in tal senso era garantita dagli Ordini provinciali di riferimento. Bella tutela, vero?
possiamo fare qualcosa anche noi? Certo!
Un grazie ad Angela per l'impegno con cui ci ha raccontato questa storia, affrontando la sofferenza che provoca ripercorrere queste dolorose vicende.
Angela non può certo trovare pace pensando a quello che ha passato Gioele. Noi però possiamo invece concretamente cercare di lenire il suo dolore. Come?
1 - dimostrando di non arrendersi quando si è colpiti da un caso di malasanità veterinaria; la documentazione raccolta per raccontare questa storia è fondamentale per dimostrare quanto sia pericolosa la malasanità veterinaria.
2 - Condividendo questa storia sui vostri profili social. In questo modo:
a - Gioele non sarà morto invano perché la sua storia sarà conosciuta e susciterà la giusta indignazione,
b - Angela sentirà la solidarietà vera, non quella che suona beffarda della clinica.
c - Tutti coloro che la leggeranno si renderanno conto che la malasanità veterinaria può colpire chiunque e questo è di estrema importanza: essere consapevoli dei rischi è il passo più importante per evitarli o nel caso affrontarli.
3 - facendo conoscere il gruppo "Cronache di malasanità veterinaria" a persone che vivono con i loro familiari non umani, per metterli a conoscenza di un problema poco conosciuto.
ciao Gioele
non ti dimenticheremo
non sarai morto invano
te lo promettiamo