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NUTRIE E ISTRICI, TUTTA COLPA LORO! O NO?
Roberto Marchi ci segnala questo interessante articolo della Gazzetta di Reggio. Interessante perché evidenzia la sbrigatività con cui si prova ad addossare i danni delle catastrofi ambientali solamente agli animali.
In questo caso è il professor Stefano Orlandini, che in un’intervista attribuisce alle tane di animali il crollo di un argine. Leggiamo: “Il docente (...) si è detto certo al 100% (sic!) del fatto che le tane di tassi e istrici siano la causa del cedimento. Convinzione maturata dai suoi studi precedenti e, in questo caso, dall’osservazione delle foto della rotta di Cadelbosco Sotto.”
certezza smontata
Questa certezza è smontata dall’Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPO), il cui direttore Gianluca Zanichelli scrive infatti al giornale «(…) riteniamo che occorra maggiore prudenza nel sostenere che siano da attribuire con certezza alla presenza di tane, peraltro senza aver effettuato analisi specifiche».
La tesi del direttore di Aipo, anch’egli ingegnere idraulico come il docente, è un’altra. «I dati dei livelli di piena riscontrati, assolutamente eccezionali, e le evidenze visive indicano il sormonto (superamento) dell’argine da parte delle acque del Crostolo in diversi punti» con il conseguente crollo. Per evidenze visive si intendono «i rami trasportati dalla corrente e depositati sulle sommità arginali rimaste indenni, o le numerose erosioni sommitali da sormonto, ripristinate ma tuttora evidenti su molti paramenti arginali a campagna di Crostolo e affluenti». E aggiunge che quindi «sarebbe piuttosto strano un fenomeno di plurime e contemporanee brecce arginali causate sempre e solo da tane di animali».
In parole semplici, la piena è stata straordinaria e i rami depositati in cima agli argini rimasti intatti, nonché le erosioni tipiche di quando l’acqua sormonta l’argine, fanno capire che l’acqua, superando l’argine, ha provocato i danni strutturali.
direttore AIPO “animalista”?
Non sia mai! Il direttore conclude scrivendo che il problema delle tane è grave e quindi “È indispensabile che gli enti competenti nella gestione della fauna selvatica intervengano con determinazione per affrontare questo problema, del resto non semplice perché alcune specie particolarmente invasive, come tassi e istrici, sono protette a livello nazionale ed europeo”.
E già, aggiungiamo noi, questi delinquenti di invasori sono persino protetti, e quindi non si può procedere “semplicemente”. Un “semplicemente” assai inquietante che spesso si traduce in schioppettate, trappole varie ecc , a voi la scelta.
Ma perché è importante questo articolo? Perché è la dimostrazione di come in questo caso siano addebitati disastri solo agli abitanti non umani dell’ambiente anche contro le evidenze.
È incontestabile perché a smentirlo è chi comunque chiede “interventi determinati” contro di loro.
Per questo è fondamentale pretendere sempre prove basate su dati certi e riscontrabili, perché di professori pronti a dare certezze al 100% contro gli animali ce ne sono per ogni occasione.
E qui vediamo un esempio di una ben più grave possibile concausa di questi cedimenti.
I tre della cricca avevano usato meno materiale per intascare un guadagno supplementare… ma quante di queste “cricche” l’avranno fatta franca?